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a me sembrerebbe il luogo adatto per riflettere in tranquillità ?!

sabato 12 aprile 2008

Dal seminario... allo stupore

L’attitudine allo stupore. Al seminario è stato fatto tale richiamo circa l’importanza dello stupore . Il richiamo mi ha colpito, spingendomi a riflettere sul significato di tutto ciò e maggiormente sull’importanza dello stupore nella nostra vita e non solo. Lo stupore, mi pare, un aspetto come innato nell’ uomo, un qualcosa che (forse) non si può insegnare ma coltivare per quello che ciascuno può.

Elemento di impulsività irrazionale diviene sostegno della ragione nella sua ricerca, o forse meglio rappresenta il punto di avvio dell’indagine razionale. Senza di questo, forse, lo sforzo della sola ragione non produrrebbe grandi risultati. O magari sì ma con difficoltà maggiori. La produzione della conoscenza è un qualcosa di razionale, ma l’elemento irrazionale probabilmente è importante, dando alla ragione una forza maggiore e soprattutto la capacità di sapersi rinnovare e l’attitudine alla novità. Sarebbe errato attribuire alla sola ragione il merito di tante scoperte dell’umanità, significherebbe tralasciare tutte quelle volte in cui il “caso” ha segnato un momento importante. Al caso , magari, fa poi seguito lo stupore che fa intuire la novità alla quale la ragione darà sostanza.

Probabilmente una certa parte nell’ evoluzione della filosofia e della scienza la ha avuta anche lo stupore di uomini che hanno avuto il coraggio di sondare terreni nuovi, perchè stupirsi è il contrario di quella chiusura mentale che blocca ogni cosa, la raffredda infatti, -‘ Stupirsi'delle cose è tenere sgranati gli occhi sul reale e vedere le cose come per la prima volta, nel miracolo del loro esserci e della loro forma - (Heidegger). Un continuo mettersi in gioco, vedere le cose note ma da punti di vista nuovi, è quindi fonte di conoscenza.

Non a caso i filosofi antichi stessi parlano dello stupore e della meraviglia trattando del sorgere della filosofia.
Platone, nel dialogo tra Teeteto e Socrate si richiama a questo stupore originario: “[Teeteto] - In verità, o Socrate, io sono straordinariamente meravigliato di quel che siano queste «apparenze»; e talora se mi fisso a guardarle, realmente, ho le vertigini. [Socrate] - Amico mio, non mi pare che Teodoro abbia giudicato male della tua natura. Ed è proprio del filosofo questo che tu provi, di essere pieno di meraviglia: né altro inizio ha il filosofare che questo: e chi disse che Iride fu generata da Tarmante, non sbagliò, mi sembra nella genealogia” (Platone).

Lo stupore apre quindi alla conoscenza schiudendo il desiderio di capire che nasce di fronte a ciò che ancora non si conosce. Precede la razionalità e la sostiene.

Anche la scienza, nella sua ricerca è sostenuta dallo stupore che permette l’avanzamento, il cambiamento, che sa cogliere gli aspetti nuovi della natura, Einstein diceva che chi non prova stupore è come se fosse cieco.

Dopo questo breve discorso, sicuramente superficiale mi piacerebbe introdurre, rapidamente un discorso sulla scuola. Se lo stupore è così importante come molla del desiderio di conoscere allora proprio nella scuola dovrebbe essere primariamente vissuto. Sinceramente, tranne qualche volta, a scuola non mi sono molto “stupito”. Si dà magari più importanza alla conoscenza, spesso solo superficiale di qualche nozione, piuttosto che far entrare nell’animo dei ragazzi l’attitudine allo stupore. Ma mi pongo di nuovo la stessa domanda, si può insegnare le persone a stupirsi?

Infine, volevo concludere con un ultimo elemento. Lo stupore è un tema comune a tanti aspetti dell’uomo, dalla filosofia alla scienza e anche alla religione. Quest’ultima suscita lo stupore dell’uomo di fronte alle sue domande perenni(un po’ come la filosofia ma in un modo molto diverso), lo sottrae da una vuota superstiziosità, da un banale cumulo di regole. “Chi si sottrae allo stupore dell’avvenimento, e all’attenzione, alla venerazione, alla curiosità rispettosa e umile che l’avvenimento istintivamente suscita, diventa schiavo di regole. Chi tenta di sottrarsi all’avvenimento si fa inevitabilmente schiavo di regole” (Luigi Giussani).

1 commento:

Andreas Formiconi ha detto...

insegnare a stupirsi no ma creare occasioni di stupore sì

a scuola c'è un po' troppa enfasi su insegnare

ce ne dovrebbe essere di più su aiutare ad apprendere

bella l'immagine, oltre alla tranquillità c'è anche il caso di incontrare tex willer e kit carson da quelle parti ...